VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE E ANTINCENDIO BOSCHIVO
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VOLONTARIATO ED ETICA

 13-06-2019

 

“Il volontariato italiano rappresenta una colonna portante e insostituibile in tutte quelle attività rivolte al sociale di cui sempre più il nostro Paese ha bisogno.”

Questo è l’incipit del documento redatto dagli Stati Generale del Volontariato di Protezione Civile, tenutosi nel 2012 a Roma, nel trentennale della creazione del Sistema Nazionale di Protezione Civile.

Inutile sottolineare la fondatezza di quanto scritto, e volutamente rimarcato dal comma 1 dell Art. 1 della legge del 1991 <<La Repubblica italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo…>>, articolo che indica quanto l’opera di volontariato sia utile sotto molti aspetti della realtà italiana, non solo nella funzione materiale, ma anche in quella sociale.

Negli anni, riconosciuto il profondo valore del volontariato, non solo quello di protezione civile, per evitare che questo sistema fosse inquinato, che si corresse il rischio di trasformare i volontari in una forza lavoro a basso, o nullo,  e in modo che il volontariato non venisse svilito dal suo compito, sono state emanate leggi e decreti a preservare il sistema. Importate fu il DPR 194 del 2001 che indicava al volontario, non dei privilegi, ma semplicemente delle linee guida di trasparenza, a beneficio di tutti. Ne è un esempio l’articolo che regolamentava il rapporto con il datore di lavoro, che permetteva al volontario di mantenere il proprio posto di lavoro, di ricevere comunque la sua paga, che verrà rimborsata al datore di lavoro dallo Stato, e che non prevedeva nessun tipo di retribuzione extra per i volontari. Ad oggi il dpr è stato superato da una nuova normativa che ha rafforzato maggiormente i principi che sono alla base del volontariato.

Detto questo bisogna sottolineare quanto il volontariato sia oggi sempre più centrale nella vita quotidiana delle persone, sia nelle attività emergenziali che nelle piccole attività quotidiane.

Questa sua centralità, comporta delle responsabilità, e delle considerazioni, anche e soprattutto a livello etico.

Una persona che decide di far volontariato, e indossa la divisa/uniforme (non è importante il nome, ma il significato) accetta anche una sorta di codice etico. I volontari devono mantenere sempre un atteggiamento corretto e rispettoso verso le persone che incontrano nella loro attività, devono conoscere i fini e gli obiettivi dell’associazione di cui fanno parte, compiere i compiti con serietà e professionalità.

Queste possono sembrare semplici accortezze che vengono date addirittura per scontate, ma è sempre meglio sottolinearle e rimarcarle con forza. Altresì i volontari devono rispettare e difendere la dignità delle persone che incontrano, chiunque esse siano, e mantengono la riservatezza rispetto alle informazioni ed alle situazioni di cui vengono a conoscenza. Mantengono un atteggiamento riservato e discreto, non impositivo, cercando di accrescere il più possibile dalle esperienze e dalle conoscenze, disponibili ad affiancare l’altro senza volerlo condizionare o sostituire. I volontari devono rimarcare e accrescere le capacità di ogni “collega” e spingerlo ad essere attivo e responsabile protagonista della propria storia.

Per tutto questo, volontariato ed etica devono sempre andare a braccetto, per la continua e utile presenza dei volontari nella vita quotidiana delle persone.

Staff RCL

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